La prima la ho sentita proprio ieri e la scelgo come primo scritto pubblicato: "La speranza è un affetto di attesa"....
Un giovanotto posteggia con cautela la sua berlina nuova fiammante, che ha ritirato poco prima dal concessionario. Il figlio del parcheggiatore abusivo, che stava lavando i vetri al semaforo vicino, poggia lo spazzolone nel secchio e gli corre incontro. "Vedo che ti sei comprato la macchina, e te ne sei presa una nuova di zecca!" "Ehi, ciao. A dire il vero" replica il giovane chiudendo con cautela la portiera "non l'ho comprata. È un regalo di mio fratello. Non ha voluto sentire ragioni, non ha accettato che gliela pagassi neanche in parte e neanche un po' per volta. E poi gli avevo detto che un'auto usata sarebbe andata benissimo, o almeno di prendere un'utilitaria. Ma non c'è stato verso, mi ha detto di stare zitto e di non pensare a niente e che queste sono le chiavi...."
"Oh! Che bello! Che meraviglia!" dice il bambino. "Sapessi anche a me quanto piacerebbe, fra qualche anno, quando sarò un uomo...."
Il giovane è imbarazzatissimo. A chi non piacerebbe ricevere in regalo un'auto che non possiamo permetterci. E soprattutto, chi non vorrebbe avere un fratello così? Tanto più se la vita non è stata tanto generosa con noi e fin da giovanissimi siamo stati costretti a fare i conti con situazioni difficili. Vorrebbe scomparire e rendersi invisibile, ma poi ha un'idea. "Senti, non ho tanta fretta: se hai voglia posso portarti a fare un giro." Con un gran sorriso il bambino si accomoda.
Il giovanotto è concentratissimo alla guida - la sua patente profuma ancora di inchiostro - e le parole del ragazzino, silenziosissimo fino a quel momento, lo colgono di soprassalto nel traffico. "Ma che bello, che cosa favolosa, come vorrei anch'io, quando sarò grande, regalare un'auto nuova a mio fratello."
Prima di commuoverci troppo, ascoltiamo ora la barzelletta dei due pensionati al centro commerciale direttamente dalla voce di questo fittizio personaggio, un pensionato statunitense da commedia, che, tuttavia, caratterizza fin troppo bene una determinata tipologia di esseri umani.
<<C'è gente che dice che quando si va in pensione non si sa come passare il tempo.... è una falsità totale, da quando io e mia moglie siamo andati in pensione le nostre giornate non sono mai state così piene. Vi racconto per esempio che cosa ho fatto ieri: siamo andati al centro commerciale. Abbiamo guardato un po' in giro nei negozi e comprato quasi niente ma abbiamo visto le novità, i prezzi, spettegolato con un po' di gente che conosciamo, e ci siamo goduti l'aria condizionata senza spendere a casa nostra. Poi siamo usciti e stavamo per andarcene; ma nel parcheggio ci siamo imbattuti nel vigile, che stava facendo la multa perché secondo lui l'auto era posteggiata male. Così ho detto all'agente: "Hey ragazzo, che ne dici di lasciar perdere, lo sai che noi cittadini 'senior' facevamo il militare quando tu avevi ancora il pannolone?" Quello non mi ha neanche risposto e ha continuato a scrivere. Allora ho detto a mia moglie "Hai visto che xxxx?" Lei mi replica "Proprio xxxx." Il vigile molto calmo non ha fatto parola, ha finito di scrivere il verbale, e poi ha iniziato a compilare una seconda multa, perché le gomme erano lisce. Mia moglie ha commentato che è xxxxx, e io ho aggiunto che sicuramente xxxxxx. Certo e xxxxx, mia moglie ha ribattuto. A quel punto l'agente, che aveva appena riempito e firmato il modulo, è passato a scrivere un terzo verbale perché i tergicristalli erano a suo dire fuori norma. Io e mia moglie abbiamo iniziato a tirare fuori dagli abissi della memoria delle parolacce che non avevamo mai più usato dal tempo dalle scuole medie - rievocare i ricordi, lo sentiamo sempre dire in TV, aiuta a prevenire l'alzheimer. Più noi lo coprivamo di insulti e più lui continuava a scrivere multe sempre nuove. Ne abbiamo enumerate quattordici, ma in effetti non siamo più ragazzini e potrebbe esserci sfuggito qualcosa nel corso del conteggio. Siamo mica delle secchie col bernoccolo della matematica....
A un certo punto si stava facendo tardi, noi alla nostra età non abbiamo voglia di star fuori la sera. Così a malincuore ci siamo allontanati da questa gustosa scenetta e ce ne siamo andati a prendere l'autobus per tornare a casa. >>
Dedicato a chi non si lascia mai sfuggire l'opportunità di fare felici i propri cari: grazie di esistere. Dedicato anche a chi entra in un giardino altrui col lanciafiamme, distrugge tutto, saluta e se ne va - qua non siete benvenuti, accomodatevi altrove.
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